Il 24 ottobre scorso si è riunita per la prima volta la c.d. “ Commissione algoritmi ”, istituita presso il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri con il compito di analizzare, anche tramite il coinvolgimento dei principali stakeholder, l’impatto dell’intelligenza artificiale nel settore del giornalismo e dell’editoria e di presentare, una volta completata l’analisi, una relazione volta ad indicare opportunità e rischi connessi all’applicazione dell’intelligenza artificiale nel settore in questione e a suggerire eventuali interventi normativi.
La costituzione della Commissione si inserisce nel solco del dibattito che sta impegnando da mesi autori, giornalisti e editori circa le possibili ripercussioni negative che l’adozione di sistemi di intelligenza artificiale può avere sul mercato editoriale.
Infatti, se sono tutti d’accordo nel ritenere che l’intelligenza artificiale possa costituire una grande opportunità per il settore (per esempio, per la gestione dei processi produttivi e distributivi, anche al fine di ottimizzare le tirature, limitare le scorte di magazzino e ridurre l’impatto ambientale, per l’analisi dei trend di mercato, per l’offerta di raccomandazioni personalizzate di libri e articoli individuati sulla base delle preferenze espresse in precedenza dai lettori o per la correzione delle bozze), destano preoccupazione, oltre alle inevitabili ricadute sui livelli occupazionali, l’uso non autorizzato e non remunerato di contenuti protetti dal diritto d’autore per addestrare i sistemi di intelligenza artificiale, la generazione di contenuti in violazione di diritti d’autore altrui e, last but not least, il progressivo inevitabile ridimensionamento del ruolo svolto dall’uomo nel campo delle industrie culturali e creative.
Su questi temi, in attesa dell’entrata in vigore dell’“ Artificial Intelligence Act “ approvato lo scorso giugno dal Parlamento Europeo, si è espressa tramite il “ Position paper on Artificial Intelligence ” la Federazione degli Editori Europei.
In particolare, con riferimento all’uso di contenuti protetti dal diritto d’autore per addestrare sistemi di intelligenza artificiale, la Federazione ha invocato il rispetto da parte degli operatori delle regole previste dalla Direttiva Copyright del 2019 per il text and data mining , secondo cui, salvo il caso in cui avvenga per finalità di ricerca scientifica e senza scopo di lucro, l’estrazione di testi e dati dalla rete o da banche dati cui si ha legittimo accesso è consentita solo quando l’utilizzo delle opere e dei materiali non sia stato espressamente riservato dai titolari del diritto d’autore e dei diritti connessi, nonché dai titolari delle banche dati.
Con riferimento poi alla generazione di contenuti, la Federazione ha precisato che, se il contenuto è stato creato dall’intelligenza artificiale senza l’apporto creativo di un essere umano, deve essere esclusa ogni tutela ai sensi del diritto d’autore. Al contrario, se l’intelligenza artificiale è stata utilizzata da un essere umano come strumento per la creazione di un’opera in grado di esprimere la creatività dell’autore, allora tale nuova opera deve godere della tutela autoriale.
Sempre con il citato position paper, la Federazione ha caldeggiato il rispetto, da parte degli operatori, di regole di trasparenza circa l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale e circa le fonti utilizzate, allo scopo sia di informare correttamente i destinatari dei prodotti editoriali, sia di consentire agli autori di verificare che le loro opere non siano state illegalmente estratte e, nel caso, di azionare tempestivamente i propri diritti.
Va segnalato, infine, che in linea con le istanze di cui al position paper della Federazione degli Editori Europei, si stanno diffondendo nel campo dell’editoria, a livello internazionale, delle best practices , volte a garantire inter alia che l’impiego dell’intelligenza artificiale avvenga nel rispetto dei diritti d’autore altrui, che sia di mero ausilio alla realizzazione di contenuti (la cui versione finale, deve rimanere, tuttavia, il prodotto dell’attività creativa di un essere umano) e che sia dichiarato all’interno del contenuto editoriale.
L’auspicio, dunque, è che, in attesa dell’entrata in vigore di norme ad hoc, un numero sempre più elevato di autori ed editori si adegui a tali best practices, al fine di mitigare il più possibile i rischi connessi al crescente impiego dell’intelligenza artificiale nel mercato editoriale.
Articolo pubblicato il 06/12/2023 su NT Plus Diritto - Norme e Tributi Il Sole 24 Ore
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