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L’impatto della pandemia di Covid-19 sul settore delle energie rinnovabili in Italia

28/05/2020

La pandemia di Covid-19 ha avuto, a livello globale, un impatto senza precedenti sul settore dell’energia.

Sin dall’inizio dell’emergenza epidemiologica si è assistito, infatti, ad una vertiginosa riduzione della domanda energetica.

Nel corso del primo trimestre del 2020, si stima che si sia verificata una flessione a livello globale del fabbisogno energetico del 3,8 % rispetto allo stesso periodo del 2019. Più precisamente, le fonti energetiche che hanno maggiormente subito le conseguenze delle misure restrittive sono state quelle fossili, ossia il carbone (-8%), il petrolio (-5%) e il gas (-2%), mentre, nello stesso periodo, si registra un lieve - ma significativo - aumento del consumo globale delle energie rinnovabili (+1,5%).

In Italia, il trend del settore energetico rispecchia quello mondiale.

I provvedimenti emergenziali adottati dal governo italiano per fronteggiare la crisi epidemiologica hanno avuto un’evidente ricaduta sulla domanda energetica nazionale. In particolare, l’interruzione delle attività commerciali e industriali e le restrizioni nel settore dei trasporti hanno inevitabilmente comportato un decremento della domanda energetica.

Secondo le ultime rilevazioni di Terna (aprile 2020), nel primo quadrimestre del 2020 si è registrato un calo della domanda di energia elettrica pari al 7,4% rispetto al corrispondente periodo del 2019.

 

Le uniche fonti energetiche che hanno presentato un trend crescente sono state quelle rinnovabili.

Dall’analisi del mix-energetico immesso nella rete nel corso del primo quadrimestre 2020, emerge, infatti, come la produzione energetica da fonti non rinnovabili abbia soddisfatto il 51% del fabbisogno energetico nazionale, registrando un decremento percentuale pari a -15,7% rispetto allo stesso periodo del 2019. Al contrario, sempre con riferimento al primo quadrimestre del 2020, la produzione energetica da fonti rinnovabili ha soddisfatto il 36% della richiesta energetica, registrando un aumento del 2,3% rispetto all’anno precedente.

A trainare questa crescita è stata la produzione di energia solare che, nel mese di aprile 2020, ha visto un incremento del 26,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In aumento anche la produzione di energia idroelettrica e geotermica, mentre si è registrato un calo del 14,3% della prodizione di energia eolica.

Alla luce di quanto sopra, in una fase di crisi senza precedenti, le energie rinnovabili si sono dimostrate le fonti energetiche più resilienti.

Le ragioni di tale fenomeno sono da ricercare principalmente in due fattori:

  • Ai sensi del TICA (Testo Integrato delle Connessioni Attive), gli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili beneficiano di una priorità di trattamento per le richieste di connessione alla rete elettrica. Inoltre, all’energia prodotta da fonti rinnovabili è riconosciuta una priorità di dispacciamento in presenza di più offerte di vendita di energia caratterizzate dallo stesso prezzo;
  • L’entrata in esercizio, nel corso del 2019, di un numero significativo di impianti per la produzione di energia rinnovabile;

 

Tuttavia, anche il settore delle energie rinnovabili ha risentito degli effetti della pandemia.

Nel corso del lockdown, lo stop delle attività industriali e i ritardi logistici nella catena di approvvigionamento hanno fortemente rallentato la costruzione e l’attivazione di nuovi impianti energetici da fonti rinnovabili.  

Al fine di arginare una possibile contrazione della produzione energetica, il governo italiano ha previsto nel recente Decreto-Legge 19 maggio 2020, n. 34 (“Decreto Rilancio”) una serie di misure incentivanti, perlopiù di natura fiscale, volte a favorire l’efficientamento energetico di edifici e veicoli elettrici.

Fra le misure più incisive, l’art. 119 del suddetto Decreto prevede, inter alia, una detrazione pari al 110% (c.d. “superbonus”) delle spese, debitamente documentate, sostenute nel periodo tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021 per:

  1. interventi di riqualificazione energetica e messa in sicurezza antisismica degli edifici, a condizione che gli stessi assicurino il miglioramento di due classi energetiche dell'edificio o, qualora non fosse possibile, il raggiungimento della classe energetica più alta;
  2. installazione di impianti fotovoltaici connessi alla rete elettrica su edifici, fino ad un ammontare complessivo delle spese non superiore ad euro 48.000. In questo caso, il superbonus non è cumulabile con altri incentivi pubblici o con altre forme di agevolazione previste dalla normativa regionale, nazionale ed europea.

Quanto, invece, agli impianti che hanno partecipato alle procedure di asta e registro previste dal Decreto FER 1 del 4 luglio 2019 per l’incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, il GSE ha recentemente pubblicato sul proprio sito l’elenco dei termini prorogati o rinviati in conseguenza dell’emergenza Covid-19. 

Le proroghe disposte dal GSE hanno finora interessato solo gli adempimenti legati al primo bando di asta e registro, il cui termine di presentazione delle domande di partecipazione è scaduto il 30 ottobre 2019. Fra gli interventi più significativi predisposti dal GSE, vi sono:

  • L’estensione di sei mesi del termine ultimo per l’entrata in esercizio degli impianti iscritti in posizione utile nelle graduatorie;
  • Il differimento del termine per la presentazione dell’istanza di accesso agli incentivi. Normalmente tale istanza deve essere presentata al GSE entro 30 giorni dall’entrata in esercizio dell’impianto. Secondo il programma di proroghe predisposto dal GSE, se il termine per la presentazione dell’istanza cade nel periodo compreso fra il 23 febbraio e il 15 maggio 2020, il termine di trenta giorni per la sua presentazione inizia a decorrere dal 16 maggio 2020; 
  • Il rinvio al 18 luglio 2020 del termine - originariamente fissato al 27 aprile 2020 - per la presentazione al GSE delle fidejussioni definitive (ossia le fidejussioni che devono essere rilasciate dalla società ammessa agli incentivi a garanzia della realizzazione degli impianti).

 

I risultati del secondo bando di asta e registro non sono ancora stati resi pubblici e, ad oggi, non si prevedono differimenti/proroghe.

 

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