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Green Pass in Italia: le domande più frequenti dei datori di lavoro

1. Quali provvedimenti legislativi/ufficiali sono stati presi fino ad oggi?
A partire dal 15 ottobre, per accedere nei luoghi di lavoro i dipendenti dovranno dimostrare di essere in possesso del green pass. Le nuove disposizioni sono state introdotte dal DL 127/2021 che ha modificato il DL 52/2021.

2. In cosa consistono e a chi si applicano tali provvedimenti?
A partire dal 15 ottobre 2021 fino al 31 dicembre 2021, termine dello stato di emergenza, per accedere al posto di lavoro, tutti coloro che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa o di formazione o di volontariato nei luoghi di lavoro, per accedervi, dovranno esibire il Green Pass.
Sono dunque soggetti all’obbligo i lavoratori dipendenti, così come i lavoratori autonomi o i lavoratori somministrati o i dipendenti dell’appaltatore etc.

3. Sono previsti casi di esclusione?
I soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione rilasciata secondo i criteri definiti dalla Circolare del Ministero della Salute.

4. Come si ottiene il Green Pass?
Il Green Pass si ottiene:

  • con la vaccinazione (e avrà durata di 12 mesi a partire dalla seconda dose);
  • con un certificato di guarigione dal COVID-19 (e avrà durata 6 mesi);
  • con un tampone negativo (se si tratta di un test molecolare avrà durata di 72 ore, altrimenti di 48 ore in caso di test antigenico).

5. Quali sono gli obblighi dei datori di lavoro?
Entro il 15 ottobre 2021, il datore di lavoro deve predisporre un protocollo che disciplini l’esecuzione del controllo del Green Pass.
Sulla base di detto protocollo, il datore di lavoro dovrà verificare il possesso del Green Pass da parte dei dipendenti.

6. Come si effettua il controllo il Green Pass?
L’accertamento può essere svolto all’accesso della struttura, a campione o a tappeto, con o senza l’ausilio di sistemi automatici: il personale preposto al controllo vieterà al lavoratore senza Green Pass valido o che si rifiuti di esibirlo l’accesso alla struttura, invitandolo ad allontanarsi.
Il controllo del Green Pass va fatto tutti i giorni prioritariamente all’ingresso aziendale.
La legge ammette controlli a campione, che però dovranno riguardare un numero appropriato di lavoratori, non dare luogo a discriminazioni ed essere basati su specifiche esigenze (ad es. evitare le code all’ingresso ove non sia possibile rispettare la distanza di sicurezza)
Le linee guida del 6 ottobre 2021 in relazione alla PA prevedono che il controllo debba riguardare quotidianamente almeno il 20 % della popolazione aziendale presente, assicurando che tale controllo sia effettuato nel tempo, in maniera omogenea con criterio di rotazione, prioritariamente nella fascia antimeridiana della giornata lavorativa.
Da un punto di vista tecnico, la verifica del Green Pass deve essere fatta manualmente con la lettura del codice a barre bidimensionale (QR code), utilizzando l’apposita app Verifica C19 su un device aziendale.
Saranno rese disponibili per i datori di lavoro privati, specifiche funzionalità che consentono una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni. In particolare, sarà possibile:

  • l'integrazione del sistema di lettura e verifica del QR code del certificato verde nei sistemi di controllo agli accessi fisici, inclusi quelli di rilevazione delle presenze, o della temperatura;
  • per i datori di lavoro con più di 50 dipendenti, sia privati che pubblici non aderenti a NoiPA, l'interazione asincrona tra il Portale istituzionale INPS e la Piattaforma nazionale-DGC

7. Quali sono i limiti al controllo del Green Pass?
La verifica deve riguardare solamente la validità del Green Pass al momento del controllo.
Sembra possibile chiedere al soggetto il cui Green Pass viene verificato chiedere il documento di identità.
Non è possibile verificare sulla base di quali presupposti è stato rilasciato il Green Pass o la sua durata.
Inoltre, il datore di lavoro dovrà predisporre informative, anche brevi, in prossimità dei luoghi di accesso, indicando come base giuridica l’obbligo di legge del titolare (nonché aggiornare il registro dei trattamenti con riferimento all’attività di verifica, indicando le specifiche misure di sicurezza adottate e il modello organizzativo privacy (Mop) per documentare e dimostrare l’adeguatezza delle misure adottate per le attività di trattamento relative al green pass.

8. Chi fa in concreto la verifica?
Sarà onere del datore di lavoro nominare il soggetto incaricato della verifica, con apposta nomina scritta.
È preferibile nominare più di un soggetto verificatore, in modo da essere coperti qualora uno di questi sia assente.

9. Può il datore di lavoro registrare i dati delle persone oggetto di verifica?
No.
Il datore di lavoro potrà solo tenere traccia del numero dei Green Pass analizzati, ad esempio attraverso dei report numerici che dicano quante certificazioni sono state esaminate in un determinato arco temporale.
D’altra parte, il datore di lavoro potrà registrare i dati di coloro che non abbiano il Green Pass, per poter segnare l’assenza ingiustificata.

10. Cosa succede al lavoratore senza Green Pass? E il lavoratore che attende il rilascio o l'aggiornamento del Green Pass come può dimostrare di poter accedere al luogo di lavoro?
I lavoratori senza Green Pass o coloro che si rifiutino di esibirlo sono considerati assenti ingiustificati, senza retribuzione, fino alla presentazione del Green Pass e comunque fino al 31 dicembre 2021, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del posto di lavoro.
Inoltre, nel caso in cui il lavoratore acceda senza Green Pass ai luoghi di lavoro sarà assoggettabile a sanzioni disciplinari.
 Il datore di lavoro deve poi effettuare una segnalazione alla Prefettura ai fini dell'applicazione della sanzione amministrativa.
Nel caso di aziende con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta
I dipendenti in attesa del Green Pass potranno mostrare i documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, etc.

11. Cosa prevale tra malattia e assenza ingiustificata da Green Pass?
Tra malattia e assenza ingiustificata da Green Pass, prevale l’evento intervenuto prima.

12. Chi non ha Green Pass ha diritto allo Smart Working?
No.
Il DPCM adottato il 12 ottobre esclude la possibilità che il lavoratore possa essere adibito a modalità di lavoro agile solo per la circostanza che quest’ultimo non ha il Green Pass. Il datore potrà concederlo sulla base delle proprie esigenze.
Infatti, anche le linee guida del 6 ottobre 2021 affermano che lo Smart Working non può essere utilizzato allo scopo di eludere l’obbligo di Green Pass.

13. I trasfertisti devono avere il Green Pass? Chi lo controlla?
Si.
I controlli dovranno essere effettuati ogni qualvolta il trasfertista acceda ad un luogo di lavoro.
Il lavoratore trasfertista non può esimersi dal recarsi in trasferta adducendo la mancanza del Green Pass, in quanto incorrerebbe nelle conseguenze che abbiamo descritto.

14. Chi controlla il Green Pass dei lavoratori somministrati e dell’appaltatore?
Il Green Pass deve essere controllato sia dal datore di lavoro che dall’utilizzatore / committente.

15. Durante l’assenza ingiustificata maturano contributi e istituti retributivi differiti (ferie etc.)
No.
Durante l’assenza ingiustificata non maturano contributi e istituti retributivi differiti (ferie etc.)

16. E Sono previste eccezioni?
Per le imprese con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto per la sua sostituzione e comunque per un periodo massimo di 10 giorni, rinnovabili una sola volta e non oltre il 31 dicembre 2021.

17. Che succede se il Green Pass scade durante l’orario di lavoro?
L’obbligo di Green Pass è previsto “ai fini dell’accesso” ai luoghi di lavoro.
Una lettura rigorosa e sistematica della previsione legislativa imporrebbe che il Green Pass debba essere valido per tutta la giornata lavorativa.
Ciò sembra confermato anche dalle linee guida emanate il 6 ottobre 2021 in relazione alla PA, secondo cui il possesso della certificazione e la sua esibizione sono condizioni che devono essere soddisfatte al momento dell’accesso in servizio o nel momento successivo, in caso di controlli a campione.
Una lettura meno restrittiva farebbe ritenere che il Green Pass debba essere valido al momento dell’accesso in azienda ma non sia necessario che resti tale nel corso della medesima giornata.
In mancanza di ulteriori chiarimenti del legislatore, a nostro avviso è prudenziale dare indicazioni ai dipendenti circa la possibilità di accedere in azienda con un Green Pass valido per l’orario di lavoro.

18. Quali sanzioni sono previste per il datore di lavoro?
Nel caso in cui il datore di lavoro ometta di verificare il Green Pass ovvero non adotti le misure organizzative richieste dalla legge è sanzionabile con una misura amministrativa da 400 a 1.000 euro raddoppiata in caso di recidiva.
Il datore di lavoro potrebbe poi incorrere nella responsabilità ex art. 2087 c.c. qualora si verifichino dei contagi in azienda a causa del mancato controllo.

19. Quali sono le sanzioni previste per i lavoratori che accedano in azienda senza il Green Pass?
Nel caso in cui il lavoratore privo del Green Pass acceda al posto di lavoro è sanzionabile con una misura amministrativa da 600 a 1.500 euro. Tale sanzione non esclude l’applicabilità di ulteriori provvedimenti disciplinari.

20. L’obbligo di Green Pass fa venire meno le misure di sicurezza in azienda?
No.
Il Green Pass non fa venire meno l’obbligo di rispettare altre disposizioni legislative in materia di sicurezza o i protocolli delle parti sociali (ad esempio, il distanziamento, l’obbligo di mascherina).

21. Cosa deve fare materialmente il datore di lavoro nel caso in cui il lavoratore non ha il Green Pass?
Qualora il datore di lavoro rilevi l’assenza da parte del lavoratore del Green Pass deve provvedere all’allontanamento del lavoratore.
Il nostro suggerimento è quello di predisporre una comunicazione, da inviare al lavoratore allontanato, nella quale si attesta

  • che dai controlli svolti in una certa data, in fase di accesso o sul posto di lavoro, il lavoratore in questione risulta non essere in possesso di alcun Green Pass valido;
  • che deve essere considerato a norma di legge, assente ingiustificato fino al momento in cui sia in grado di esibire una certificazione verde;
  • che viene allontanato dal luogo di lavoro;
  • che deve comunicare la data del rientro al lavoro.

22. Le aziende che effettueranno controlli a campione sul personale potranno incorrere in delle sanzioni nel caso in cui un controllo delle autorità dovesse riscontrare la presenza di lavoratori senza Green Pass?
In linea teorica no, purché i controlli siano stati effettuati nel rispetto di adeguati modelli organizzativi come previsto dal D.L. 127/2021.
Resta inteso che la modalità migliore per ridurre ogni rischio è il controllo quotidiano su tutta la popolazione aziendale.

23. È possibile per il datore di lavoro verificare il possesso del Green Pass con anticipo rispetto al momento previsto per l'accesso in sede da parte del lavoratore?
Sì.
Nei casi di specifiche esigenze organizzative (ad esempio per turnisti o lavoratori addetti a particolari lavorazioni), i lavoratori sono tenuti a rendere le comunicazioni relative al mancato possesso del Green Pass con il preavviso necessario al datore di lavoro per soddisfare tali esigenze.

24. È possibile fare accedere in azienda solo coloro che hanno il vaccino? Conseguenze?
No.
Introdurre questo obbligo non consentirebbe al datore di lavoro di sospendere il lavoratore in possesso del Green Pass ma non del vaccino.
La legge impone un obbligo di presentazione del Green Pass, che può essere ottenuto anche con strumenti diversi dal vaccino.
Se si consentisse l’accesso solo a chi si è vaccinato i dipendenti potrebbero rivendicare di avere subito delle discriminazioni e chiedere a un giudice che ordini lo svolgimento del lavoro in presenza.
 

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Gian Marco Lettieri
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